Che vergogna.

L’Amore è il Diritto dei diritti, perché tutti abbiamo il Diritto ad Amare ed essere Amati; ma riconoscere un diritto a tutti, non significa, purtroppo, che tutti ne possano usufruire!

Ognuno, infatti, ha il Diritto a donare ad un bimbo il proprio Amore innato di genitore, ma non tutti possiamo farlo liberamente, perché, oltre che con il “divieto” della natura, spesso bisogna fare i conti anche con la stupidità umana!

Se una coppia, ad esempio, desidera adottare un bambino ma anche uno solo dei due è una persona con disabilità, rischia di non poterlo fare perché, oltre all’enorme burocrazia “valida” per tutti, ai costi (anche se rimborsabili) da sostenere ancora troppo alti ed all’età biologica degli adottandi che fa salire, con il trascorrere del tempo, inevitabilmente anche l’età del minore adottabile, alcuni Stati non accettano di dàre in adozione dei bimbi, se tra i due “aventi diritto”, anche uno solo di essi è “disabile”.

Il tema è stato già affrontato da un’inchiesta pubblicata su “Sm Italia” (la rivista dell’Associazione italiana sclerosi multipla) nel 2008, ma, ad oggi, è cambiato, in meglio, poco o nulla!

Le principali norme italiane in materia: la Legge 149/2001 che regola le adozioni di minori italiani e la Legge 476/1998 che ratifica la Convenzione Internazionale dell’Aja sulle adozioni di bambini stranieri, in effetti, non vietano nulla alle persone con disabilità; allora, come mai ancora oggi, se una persona con disabilità vuole adottare all’estero, quando ci riesce, si deve lasciar “scegliere” da uno dei pochissimi Stati non razisti anche se, l’apposito Decreto rilasciato da uno dei Tribunali italiani, ne attesti l’idoneità?

La Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità “nata” nel lontano 2006, non è uno strumento concreto contro le discriminazioni e le violazioni dei diritti umani? All’articolo 3, la succitata Convenzione, non afferma che tra i principi della Convenzione medesima vi sono anche: il rispetto per la dignità intrinseca e l’autonomia individuale compresa la libertà di compiere le proprie scelte?

Allora, come mai, al cospetto delle “anomalie” evidenziate, tutti, anche l’ONU stessa, continuano a tacere colpevolmente?

Se l’articolo 5 della convenzione in esame afferma che gli Stati Parti riconoscono che tutte le persone sono uguali di fronte e secondo la legge ed hanno diritto, senza alcuna discriminazione, a uguale protezione e uguale beneficio della legge, come mai l’Italia non si batte in difesa di quanto essa stessa ha ratificato nel 2009?

Quella che sembra un’anomalia o, se si vuole, una “patologia giuridica”, desta ancora più perplessità se si pensache anche in Italia, dove la Costituzione, pietra miliare dell’intero ordinamento giuridico, all’articolo 3 sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini (anche con disabilità) davanti alla Legge senza, tra l’altro, distinzione di condizioni personali, vi sono dei Tribunali che considerano la disabilità ostativa all’adozione, salvo, poi, essere sconfessati dalla Corte di Appello di Appartenenza, come è successo pochi giorni fa a Bergamo!

Ormai è pacifico: nel mondo, quindi anche in Italia, la cultura del “diverso” è ancora molto mediocre; ma v’è di più: quanto affermato in queste righe a proposito dell’adozione, vale sia per quella cosiddetta internazionale (che di fatto internazionale non è), sia per quella cosiddetta nazionale (che di fatto nazionale non è) e riguarda, senza fare “discriminazione”, tutte le disabilità!

Che vergogna.

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